martedì 27 maggio 2008

Caimano alligatore coccodrillo

Il caimano fa parte della famiglia degli alligatori, appartiene all'ordine dei coccodrilli, il caimano nero è l'animale più felino dell'Amazzonia. La sua coda permette movimenti forti e la sua mascella è potente. Il corpo lateralmente mostra delle parti gialle e bianche. E' composto da parti marroni sulla mascella. Il caimano può giungere i 6 metri di lunghezza. Il caimano nero nella stagione calda è costretto a ritirarsi nei laghi e nei fiumi e nel periodo delle piogge si ritira nel Rio delle Amazzoni. Questi animali per capirsi tra di loro fanno una specie di lamento. Nel frattempo la femmina prepara il nido per deporre le uova, non ci si allontana se non passano tre mesi, il tempo di incubazione dei camani soprattutto il tempo è bello. I piccoli caimani si nutrono di insetti e di crostacei e invece quelli più grandi si nutrono di pesci e di molluschi.

domenica 25 maggio 2008

Pecora ariete capra muflone

Maschio della pecora. Le pecore, come del resto anche le capre, furono addomesticate in un'epoca molto lontana (preistorica) e derivano probabilmente da più forme selvatiche quali il muflone, Targali, l'urial. Esse tendono a rimanere in branco ma non hanno una dinamica sociale particolarmente interessante. Un vecchio ariete generalmente ne guida i movimenti.

sabato 24 maggio 2008

Toporagno, animale, topo

I toporagni sono tra gli animali più numerosi del mondo. Costituiscono la quarta famiglia di Mammiferi dopo i topi, ratti, scoiattoli e pipistrelli comuni, e sono suddivisi in 240 specie. Hanno il naso appuntito le zampe corte e una lunga coda, che li fanno assomigliare ai topi; non sono mai più lunghi di 20 cm e pesano non più di 35 g; sono coperti di pelo corto, grigio o marrone e sono per lo più terricoli. I toporagni che vivono ai Tropici si riproducono durante tutto l'anno mentre quelli del climi temperati di solito si riproducono tra marzo e ottobre. Vivono in tutto il mondo, tranne nell'Australia, la Nuova Zelanda, la Nuova Guinea, le regioni polari, l'America del Sud sotto l'Equatore e il deserto del Sahara.

venerdì 23 maggio 2008

Classe di Artropodi: aracnidi

Classe di Artropodi cui appartengono i ragni, gli scorpioni, gli acari; sono privi di antenne e possiedono sei paia di appendici sulla prima porzione del corpo detta prosoma; lo opistosoma o parte posteriore del corpo è per lo più privo di arti addominali. Il primo paio di appendici è rappresentato dai cheliceri (da cui il nome di Chelicerati usato per indicare aracnidi e Pantopodi) che sono in rapporto all'apertura orale e sono per lo più muniti di una chela all'estremità; il secondo paio costituisce i pedipalpi che nella maggioranza delle specie si sviluppano con chele e servono per la presa dell'alimento. Le altre quattro paia di arti hanno funzioni locomotorie; gli aracnidi si sogliono per questo distinguere dagli Insetti per le loro otto zampe contro le sei di questi ultimi.

Esiste in genere un apparato masticatore o succhiatore, l'intestino è collegato con un voluminoso epatopancreas e si suddivide in anteriore, medio e posteriore; generalmente è provvisto di diverticoli a fondo cieco. L'apparato escretore può essere rappresentato da tubi malpighiani omologhi a quelli degli Insetti o da ghiandole coxali omologhe alle ghiandole antennali e mascellari dei Crostacei. Il cuore è un vaso dorsale contrattile, la respirazione avviene per trachee e sacchi polmonari, cavità in cui la superficie è aumentata dalla presenza di numerose lamelle. Si hanno anche casi di respirazione cutanea o intestinale. Il sistema nervoso è costituito da una catena gangliare ventrale, come negli Anellidi, con raggruppamenti di varie coppie di gangli in complessi plurimetamerici, specialmente in corrispondenza della zona cefalica. Gli organi di senso comprendono recettori tattili e chimici; gli occhi sono spesso presenti in numero superiore a due e possono essere inversi o eversi.

Genere di Uccelli rapaci: aquila

Genere di Uccelli rapaci (Falconiformi) della famiglia Acctpitridi e sottofamiglia Accipitrini. Le specie più note sono: l'aquila reale (aquila chrysaètos) diffusa in tutto l'emisfero settentrionale; l'aquila rapace (aquila rapax), esemplare afro-asiatico che si rinviene raramente in Europa; l'aquila imperiale (aquila heliaca), accidentale; l'aquila anatrala maggiore (aquila clanga) e l'aquila anatraia minore (A. pomarina) dell'Europa centro-orientale hanno abitudini migratorie, svernano in Africa e nell'Asia meridionale; l'aquila audace (aquila audax) propria dell'Australia, dal piumaggio quasi nero, è un'abile cacciatrice di canguri. L'apertura alare dell'aquila raggiunge i 2 m e mezzo, mentre la lunghezza del corpo è di 80-100 cm. Il volo è lento e solenne con rari battiti d'ala. Le aquile vivono nelle regioni montane, dove costruiscono un nido in località impervie, utilizzando arbusti e radici, erica e pelame per rivestire l'interno. Solo nelle prime ore del mattino s'aggirano in cerca di cibo, che è rappresentato da lepri, pernici, piccoli roditori, rettili e talvolta anche giovani caprioli о capretti. I legami che tengono unita una coppia di aquila sono forti, tanto che lo stesso nido viene abitato per anni successivi (per questo emana sempre un intenso odore di escrementi e di rifiuti di cibo in putrefazione). La coppia di a. spesso va a caccia collaborando per la cattura delle prede, specialmente quando esistono i piccoli aquilotti da nutrire. L'a. è ormai ridotta a poche aree di rifugio che solo a stento ne ostacolano la completa estinzione: nel parco nazionale dello Stelvio è ancora possibile osservare alcuni esemplari dell'aquila reale.

Genere di Insetti Imenotteri: api

Genere di Insetti Imenotteri appartenenti alla famiglia delle Apidi; è olometabolo (larva, ninfa, insetto perfetto), con apparato boccale pungente succhiatore. Le api vivono in colonie permanenti eteromorfe, fondate sul principio della divisione del lavoro fisiologico; i diversi individui si raggruppano infatti in categorie diverse a seconda del compito da svolgere nell'ambito delle società. Caratteristiche delle operaie sono inoltre le ghiandole che secernono la cera e la borsa melaria, borsa che segue l'esofago nel tratto anteriore dell'apparato digerente dove il nettare insieme alle altre sostanze zuccherine viene trasformato mediante l'azione di enzimi, contenuti nel secreto delle ghiandole annesse, in miele. I maschi o fuchi sono tozzi, hanno occhi composti più grandi e sono privi sia di aculeo sia di organi atti alla raccolta del polline. Il nido delle api (alveare) viene in genere inserito nella cavità di tronchi o appeso agli alberi ed è costituito da strati di cera (favi) verticali, disposti in piani paralleli: l'elemento architettonico base è la cella a sezione di prisma esagonale. La dittatura nell'alveare è praticamente assoluta. I sudditi e in particolare le operaie riescono a comportarsi normalmente solo se la regina è presente; se essa viene asportata oppure muore entrano in agitazione e immediatamente scelgono una larva che verrà nutrita con la pappa reale e diverrà la nuova sovrana.

mercoledì 21 maggio 2008

Antilope cervicapra e antilope azzurra

Nome comunemente usato per indicare un gruppo di mammiferi appartenenti, per la maggior parte, alla famiglia dei Bovidi e alla sottofamiglia degli antilopidi, ove sono rappresentati da una dozzina di generi. L'antilope (antilope cervicapra), presenta nel maschio una colorazione del mantello bruno-rossiccia tendente al nero, nella femmina e nel maschio giovane fulvo-giallastra; il naso è peloso, la coda breve, gli zoccoli sono stretti e a punta; l'altezza alla spalla raggiunge gli 80 cm circa. Il maschio (e talvolta anche le femmine) hanno corna lunghe ed eleganti, di 50-70 cm circa. che rappresentano, per i cacciatori, un trofeo ambito e di non ardua accessibilità; ciò pone in grave pericolo l'esistenza di molte specie. Frequentano le zone aride dell'Africa e dell'Asia. L'antilope azzurra (Hippotra-gus leucocephalus) si è estinta fino dal 1799. L'antilope fulva di Baker (Hip-potragus equinus bakeri) è abbondante solo in Eritrea, mentre nelle regioni meridionali del continente nero va sempre più rarefacendosi. L'antilope pigarga (Daaliscus pygargus) è rarissima. Le antilopi addax (Addax nasomaculata) un tempo relativamente abbondanti nel deserto del Sahara sono oggi quasi introvabili.

lunedì 19 maggio 2008

Famiglia di Coleotteri Bastricoidei: anobidi

Famiglia di Coleotteri Bastricoidei, di piccole dimensioni, con protorace che incappuccia il cranio, livree dai colori modesti e antenne filiformi o seghettate o terminanti in una formazione a clava. Le larve, dal corpo molle e biancastro, si sviluppano all'interno di diverse sostanze. Gli anobidi sono i principali distruttori di mobili: i comuni tarli. Il genere più conosciuto è VAnobium, le cui specie polverizzano il materiale che invadono. Non solo il legno è l'unica fonte di sviluppo degli anobidi, per esempio il genere Ernobius si nutre a spese degli strobili di abete, con danno ai semi; lo Stegobium paniceum si evolve sui materiali più diversi (cuoio, sughero, spezie ecc.); il Lasioderma serricorne si nutre invece di droghe e spesso di tabacco conciato: è il cosiddetto "verme delle sigarette".

domenica 18 maggio 2008

Pesce Teleosteo: anguilla

Pesce Teleosteo appartenente alla famiglia degli Anguilliti; il corpo si presenta allungato, subcilindrico e nella pelle robustissima sono nascoste le squame. La femmina dell'anguilla, nota anche col nome di capitone, può raggiungere 1 m di lunghezza e 4-5 kg di peso, il maschio non supera mai il mezzo metro di lunghezza e 1 kg di peso. Le anguille sono pesci carnivori e voraci; vivono sui fondi fangosi, ma per la piccolezza delle aperture branchiali sono in grado di resistere per lungo tempo all'asciutto. L'anguilla è presente in tutti i fiumi europei, ma si riproduce in mare: quando raggiungono la maturità sessuale, le anguille europee migrano in grandi stuoli dal fiume all'Oceano Atlantico (generalmente in autunno, raramente in primavera), emettono i prodotti sessuali e muoiono.

Dall'uovo si sviluppa una larva (Leptocephala brevirostris), considerata un tempo un'altra specie di anguilla e non una larva, dal corpo trasparente di forma elittica compressa. I Leptocefali compiono una migrazione inversa a quella dei genitori: con un viaggio della durata di tre anni circa raggiungono le nostre coste, compiendo nel frattempo la metamorfosi; infatti alle foci dei fiumi troviamo piccole anguille trasparenti che sono chiamate cieche. A questo punto notiamo nelle anguille due comportamenti molto diversi: un gruppo comincia a risalire i fiumi, un altro permane negli estuari e nelle raccolte di acqua salmastra. Alcuni studiosi, notando che presso gli estuari sono molto più abbondanti i maschi e nelle acque interne le femmine, hanno dedotto che alla base di questo diverso comportamento c'è un meccanismo ormonale. Agli studi dello zoologo danese J. Schmidt va il merito di aver fatto conoscere le migrazioni di questo interessante pesce. Le anguille hanno anche una grande importanza economica; vengono infatti allevate in valli (Comacchio) e lagune; presso le foci dei nostri fiumi in primavera si pescano molte anguille cieche.

venerdì 16 maggio 2008

Vertebrati: anfibi

Vertebrati anamni che presentano uno stato larvale a respirazione branchiale ed uno stato adulto con respirazione polmonare. Tra le forme fossili i più importanti furono gli Stegocefali, che vissero dal Carbonifero al Trias; erano caratterizzati dalla presenza di ossa cutanee e presentavano una notevole somiglianza coi Rettili primitivi. Gli anfibi odierni hanno generalmente pelle nuda, ricca di ghiandole mucose; in alcuni casi sono presenti anche ghiandole velenose. La pelle contiene spesso cromatofori che permettono all'animale di mutar colore rispetto all'ambiente.

Lo scheletro è per lo più ossificato nell'adulto; il cranio si articola con la colonna vertebrale per mezzo di 2 condili, le vertebre toraciche sono munite di ampie diapofisi e, anche di costole che però non si saldano mai allo sterno, per cui viene a mancare una gabbia toracica vera e propria. Nell'adulto sono presenti 4 arti, di cui gli anteriori con 4 dita ed i posteriori con 5; la larva, pisciforme, è priva di arti e si muove per mezzo di una pinna caudale. Le branchie, presenti nella larva, sono in numero di 3 o 4 paia, possono essere chiuse in una cavità branchiale o sporgere all'esterno; nell'adulto compaiono i polmoni, che sono però coadiuvati in gran parte da una respirazione cutanea; l'inspirazione, mancando la cassa toracica, è provocata dalla lingua e dai muscoli addominali. La circolazione, semplice e completa nella larva, che possiede un cuore biloculare, diviene doppia e incompleta nell'adulto, il cui cuore è composto da 2 atri e 1 ventricolo in cui passa alternativamente sangue venoso e sangue arterioso.

Gli anfibi sono eterotermi e passano quindi la stagione sfavorevole in uno stato di vita latente, affondati nel fango o sottoterra. La bocca è ampia e talvolta munita di piccoli denti, la lingua è carnosa e negli Anuri è saldata solo anteriormente alla mandibola, in modo tale che può essere estroflessa rapidamente per la cattura degli insetti. Il tubo intestinale, in cui sboccano il fegato e il pancreas, termina nella cloaca; in genere è proporzionalmente più lungo nella larva, per lo più vegetariana, che nell'adulto che si nutre di vermi, insetti, ragni ecc.

L'apparato escretore è rappresentato dal mesonefro pari, che sbocca nella cloaca insieme all'intestino e all'apparato genitale. Quest'ultimo è fornito di organi copulatori solo negli Anuri, gli Urodeli racchiudono gli spermi in involucri (spermatofore) che vengono deposti nella spermateca delle femmine. Le uova sono deposte nell'acqua, protette da involucri gelatinosi che si presentano come lunghi cordoni o ammassi informi; solo tra le salamandre ci sono casi di viviparità. L'organo uditivo è la lagena; è presente un orecchio medio chiuso da una membrana timpanica superficiale; all'interno sta un unico ossicino, la columella. Gli occhi possono essere ben sviluppati, protetti da palpebre e dalla membrana nictitante; in alcune specie però sono rudimentali. Ricapitolando i vari processi che avvengono durante la metamorfosi, troviamo che compaiono gli arti; scompaiono le branchie, sostituite dai polmoni; si modifica il sistema circolatorio e il tipo di alimentazione; l'adulto può cambiare completamente habitat spostandosi sulla terraferma o può rimanere nell'ambiente acquatico. Anche nei casi in cui l'adulto si porta sulla terraferma, esso vive sempre in luoghi umidi e sfugge il sole che gli potrebbe disseccare la pelle; inoltre rimane sempre legato all'ambiente acquatico cui deve tornare all'epoca degli amori per la riproduzione. Questa sua parziale indipendenza dall'ambiente acquatico ha portato a pensare che, tra i Vertebrati, furono gli antenati dei moderni anfibi a iniziare la colonizzazione delle terreferme uscendo dal mare, origine di ogni forma di vita. Tra gli A. sono presenti alcuni esempi di neotenia; Proteus e Necturus sono costantemente neotenici: la loro larva si riproduce senza compiere mai la metamorfosi, mentre una specie di Amblystoma (v.) del Messico è neotenica facoltativamente. La sistematica degli anfibi distingue alcuni ordini fossili: Stegocefali o Labirintodonti, Fillospondili e Lepospondili; gli anfibi viventi sono suddivisi in 3 ordini: Gimnofioni o Apodi, Urodeli e Anuri.

I Gimnofioni presentano un corpo vermiforme cilindrico e sono privi di arti e cinti; sono rappresentati da poche specie; gli Urodeli hanno corpo allungato, mantengono una lunga coda anche nell'adulto, hanno due paia di arti, che possono essere ridotti (quelli posteriori possono anche mancare); comprendono le salamandre e i Tritoni; gli Anuri perdono la coda durante la metamorfosi e hanno gli arti posteriori robusti atti al salto, più sviluppati degli anteriori; sono rappresentati da rane e rospi.

Importante gruppo di Invertebrati: anellidi

Importante gruppo di Invertebrati le cui origini risalgono al Precambriano; tra alcuni fossili datati a quell'epoca e rinvenuti nelle Ediacara Hills dell'Australia del Sud, si trova uno degli antenati degli anellidi, Spriggina floundersi. Dagli anellidi ebbero più tardi origine gli Artropodi. I più comuni rappresentanti degli anellidi sono il lombrico, l'arenicola, la sanguisuga; la maggior parte vive in ambiente acquatico, marino o d'acqua dolce, alcune forme sono presenti nei terreni umidi o vivono come parassite.

Sono animali protostomi a simmetria bilaterale. Il corpo si presenta metamerico, formato cioè da una sequenza di segmenti (metameri) uguali; tale metameria è valida anche per la cavità interna, il celoma, che è suddiviso in varie camere per mezzo di setti trasversali, e per tutti gli organi. La presenza di una cavità celomatica, rivestita da cellule mesodermiche, è un fatto nuovo tra gli Invertebrati, che pone gli anellidi a capo di un gruppo di Invertebrati superiori chiamati appunto Celomati. Il corpo è in genere cilindrico e allungato; sono distinguibili il primo metamero, prostomio, che porta gli occhi ed alcune appendici sensitive, ed il secondo, peristomio, in cui si apre la bocca. A volte sono presenti delle setole con funzione sensitiva e locomotoria; il movimento è assicurato da due strati di muscolatura con funzione antagonista: uno strato ha decorso longitudinale e l'altro circolare. Il sistema nervoso è rappresentato da una catena gangliare formata da un paio di gangli per ogni metamero, collegati tra di loro trasversalmente per mezzo di commessure e longitudinalmente per mezzo di connettivi.

Essa è posta in posizione ventrale; i primi due gangli, collegati con gli occhi e gli organi di senso, sono più sviluppati: essi si trovano al di sopra dell'esofago, ma sono collegati per mezzo di connettivi con il secondo paio della catena posto ventralmente, formando con questo un anello che viene denominato cingolo periesofageo. La circolazione è vaso-lacunare; due grossi vasi, uno dorsale pulsante, in cui il sangue circola in senso caudo-cefalico, e uno ventrale con scorrimento in senso cefalocaudale, sono collegati fra loro per mezzo di due anastomosi per ogni metamero; il sangue può essere privo di pigmenti o può contenere emoglobina
0 clorocruorina. L'apparato escretore è costituito da nefridi; presenti in numero di due per ogni metamero, essi filtrano il liquido contenuto nella cavità celomatica e avviano i rifiuti all'esterno. Il tubo digerente percorre longitudinalmente il corpo del verme dalla bocca all'ano, situato nell'ultimo segmento. Gli anellidi hanno gonadi contenute nella cavità celomatica; spesso sono ermafroditi, altre volte gonoco-risti; oltre alla riproduzione sessuata le forme più piccole possono riprodursi anche agamicamente per scissione. Le forme marine presentano una larva planctonica nota come trocofora o larva di Lovel. Ha forma tondeggiante, piriforme, con un inspessimento cibato (organo apicale) su di un polo e una corona di ciglia (prototroco) circa a metà del corpo; al di sotto si apre la bocca.

Il polo opposto all'organo apicale porta l'apertura anale; in questa regione si differenzieranno i metameri che daranno origine alla forma adulta. La moderna sistematica suddivide gli anellidi nelle seguenti classi: Policheti, Archianellida, Mizostomidi, Oligocheti, Irudinei. In alcune classificazioni vengono ascritti agli anellidi anche gli Echiuroidi e i Sipunculoidi, che vengono invece considerati gruppi a parte da altri autori.

Nome comune di uccelli acquatici: anatra

Nome comune di uccelli acquatici appartenenti al genere Anas dell'ordine degli Anseriformi, famiglia degli Anati-di e tribù degli Anatini. La specie tipo è l'Anas platyrhynchos o germano reale, unico esemplare addomesticato, che ha dato origine alla maggior parte delle razze domestiche. Il germano reale ha una distribuzione cosmopolita; è considerato l'anatra selvatica per eccellenza. Molto comune è l'Anas acuta (codone), l'Anas querquedula (marzaiola), l'Anas penelope (fischione),l'Anas streperà (canapiglia), l'Anas crecca (alzavola), l'Anas clypeata (mestolone). Alla tribù degli Aithini appartengono le anatre tuffatrici, di cui le più comuni sono Aythya fuligula o moretta, provvista nel maschio di piumaggio bianco e nero; Aythya nyroca o moretta tabaccata e Aythya ferina o moriglione. Ricordiamo le anatre mute, appartenenti al genere Catrina, da cui il nome della tribù dei Cairini, che comprende anche l'anatra mandarina (Aix galericulata) e l'anatra sposa (Aix sponsa), entrambe caratteristiche per il loro piumaggio brillante; le anatre dal bernoccolo (del genere Sarkidiornis) e le anatre di bosco (Chenonetta jubata) dell'Australia. Questo gruppo ha una distribuzione prevalentemente pantro-picale, con specie diffuse sia nel Vecchio che nel Nuovo Mondo. La tribù dei Somaterini comprende le anatre del piumino, di cui la specie più importante è l'edredone comune (Somateria mollissima), diffusa nella regione artica; nidifica in colonie numerose, sfruttate dall'uomo 'che ne utilizza il piumino e le uova della prima nidificazione. Alla tribù dei Gobbi appartiene l'anatra testa nera (Heteronetta atrica-pilla), propria del Sud-America; è un esemplare con abitudini parassitarie: depone infatti le uova nei nidi di folaghe, aironi e falchi. Un gruppo di Anatidi con distribuzione ristretta ai tropici dei vari continenti è quello delle anatre fischiatori o anatre arboree del genere Dendrocy-gna, comprendente otto specie. La più diffusa è la Dendrocygna bicolor, che vive in America, Africa e India. Le anatre fischiatori sono esemplari di dimensioni piccole o medie che vivono anche sugli alberi.

mercoledì 14 maggio 2008

Rapace notturno: allocco

Rapace notturno (Strix alauco), conosciuto anche come gufo selvatico, della famiglia degli Strigidi, lungo circa 40 cm. Ha la testa molto voluminosa priva dei caratteristici ciuffi dei gufi; il colore del piumaggio varia dal grigio al rosso ruggine con macchie bianche. Predatore, si nutre di piccoli mammiferi, specialmente roditori. L'allocco è diffuso in Europa, Africa settentrionale, Asia. In Italia, esclusa la Sardegna, anche se poco frequente, l'allocco si trova ovunque e può anche nidificare.

martedì 13 maggio 2008

Uccello: albastrello

Uccello (Tringa stagna tilis) della famiglia degli Scolopacidi, ordine Caradriformi, di 25 cm di lunghezza, con zampe esilissime di colore verdastro e becco molto lungo color cenerino. L'albastrello è diffuso in Europa sudorientale e nell'Asia nordorientale, da dove migra fino all'Asia e all'Africa meridionale. In Italia si trova solo durante i passi; l'albastrello vive nei luoghi umidi (paludi, risaie e acquitrini) e nidifica sul terreno.

domenica 11 maggio 2008

Nato dell ariete e della pecora: agnello

Nato dell'ariete e della pecora, nel primo anno di età. Simboleggia, in tutte le mitologie e in tutte le letterature, la mitezza, la docilità, l'innocenza.

venerdì 9 maggio 2008

Gallinacei

Ordine di Uccelli diffusi in tutto il globo. Si suddivide in due sottordine: Peristeropodidae, comprendente le famiglie Crocidi e Megapodidi; e Alectoropodidae, a cui appartiene l'unica famiglia Phasianidae, suddivisa in varie sottofamiglia. I gallinacei hanno per lo più corpo tozzo, con brevi ali poco, adatte al volo e zampe robuste, con sperone al metatarso nei maschi, strumento di offesa e di difesa. Nidificano sul terreno, raramente sugli alberi, e si nutrono di sostanze vegetali, di vermi e di insetti. Vi appartengono, tra gli uccelli domestici, il gallo, il tacchino, il pavone e la faraona; tra quelli selvatici, la pernice, la quaglia e la starna.

Uccello trampoliere: gallina

Uccello trampoliere (Otis tetrax orientalis), simile all'otarda, dalla quale si distingue per le minori dimensioni e per i diversi colori del piumaggio. Vive in piccoli gruppi nell'Europa meridionale, nell'Asia e Africa settentrionale, nidificando in zone erbose. È selvaggina pregiata. In Italia è diffusa soprattutto in Sardegna, nella Puglia e nell'Abruzzo.

Uccello: gabbiano

Uccello palmipede della famiglia dei Laridi (Larus ridibundus), dalle dimensioni di una grossa tortora, con piumaggio bruno-azzurro nelle parti superiori e bianco inferiormente. Nidifica sulle rocce marine, o nei pressi di laghi e fiumi. Si nutre di pesci, molluschi, crostacei e insetti. All'approssimarsi di burrasche, emette uno stridulo grido caratteristico. Le specie più comuni in Italia sono, oltre al gabbiano comune (Larus ridibundus), il gabbiano mugnaiaccio (Larus marinus) e il gabbiano reale (Larus argentatus).

Puzzola domestica: furetto

Varietà di puzzola domestica (Mustela furo) dal pelame bianco e gli occhi rossi, addomesticata fino dai tempi degli antichi Romani per la caccia ai conigli e per distruggere i topi. Anche oggi in Sicilia, ci si serve del furetto per dare la caccia ai conigli. Tale caccia è ammessa dalla legge.

mercoledì 7 maggio 2008

Gli Uccelli

Un uccello non si può confondere con nes-sun'altra specie animale, perché è l'unico animale fornito di piume. La scienza ritiene che discendano dai rettili e che le piume rappresentino un'evoluzione delle squame. Questa ipotesi appare suffragata incontestabilmente dalla presenza di squame tuttora rilevabili sulle loro zampe. Nonostante la loro discendenza dai rettili, gli uccelli sono animali a sangue caldo come gli esseri umani. Sono in grado di mantenere il loro corpo a una temperatura elevata costante sia in presenza di aria fredda che di aria calda. Le piume li aiutano a mantenersi caldi quando fa freddo.

Le ali degli uccelli derivano da una strutturazione particolare degli arti anteriori e sono provviste di penne lunghe e robuste, necessarie al volo. Però non tutti gli uccelli volano e in tal caso le ali possono essere poco sviluppate oppure, come nei pinguini, servire ad un uso completamente diverso. Infatti i pinguini adoperano le loro ali tozze per nuotare.

A differenza della maggior parte degli animali vertebrati, oggi gli uccelli sono privi di denti. Per afferrare e triturare i cibi si servono del becco, la cui conformazione varia a seconda della qualità degli alimenti di cui si nutrono. Anche la conformazione delle zampe degli uccelli varia a seconda dell'ambiente in cui vivono. Ad esempio le anatre hanno le zampe palmate. Si può apprendere molto sulla vita d'un uccello anche osservandone soltanto il becco e le zampe.

A motivo della loro grande mobilità, sulla Terra gli uccelli possono vivere quasi dappertutto. Ciononostante usano vivere per lo più sugli alberi, perché è qui che vengono alla luce e che si stabiliscono in mancanza d'altri concorrenti. Esistono diversi gruppi d'uccelli che hanno incominciato a vivere del tutto o in parte sulla terra o sull'acqua o vicino ad essa. Però la maggioranza vive sugli alberi.

Adattamento al volo

Lo scheletro degli uccelli è costruito per il volo. Le ossa sono minute e sottili e quindi leggere malgrado la loro robustezza. Le ossa lunghe sono cave e appaiono spesso « rinforzate » da una struttura interna incrociata. La muscolatura costituisce più della metà del peso d'un uccello. I muscoli più voluminosi sono quelli che muovono le ali, assai potenti e molto bene ancorati. L'ancoraggio è fornito dall'osso del petto, provvisto d'una grande carena sottile sporgente in basso proprio come la chiglia d'uno yacht. I muscoli delle ali sono attaccati a questa carena. Gli uccelli non idonei al volo hanno una carena di dimensioni ridotte e alcuni ne sono completamente privi.

Alimentazione e digestione

Gli uccelli sono per lo più animali molto attivi e quindi consumano molte energie. Di qui la necessità di dedicare gran parte del loro tempo all'alimentazione. Molti uccelli, specialmente i granivori, sono provvisti d'una borsa dilatabile situata all'inizio dell'esofago, chiamata gozzo. Là l'uccello può introdurre e immagazzinare una grande quantità di cibo. Questa conformazione riesce particolarmente utile a uccelli come i fagiani e i colombi, che hanno molti nemici e quindi sono costretti a procacciarsi la maggior quantità di cibo possibile quando questi non sono in vista. Gli uccelli granivori e alcuni altri hanno inserito nell'esofago un tratto ricco di muscoli chiamato ventriglio. Qui vengono frantumati i semi, spesso coll'ausilio di pietruzze ingerite appositamente dall'uccello, prima di progredire oltre nell'apparato digerente vero e proprio.

Per sopperire al loro fabbisogno d'energie, gli uccelli hanno bisogno sia di tanto cibo, sia d'un buon rifornimento d'ossigeno. Hanno i polmoni strutturati in un modo particolare. In quelli dell'uomo durante l'ispirazione e l'espirazione rimane molta aria residua. Gli uccelli invece hanno collegati ai polmoni dei sacchi aerei. Quando inspirano, l'aria passa attraverso i polmoni, per arrivare ai sacchi aerei; quando espirano, l'aria ripassa per i polmoni. Così questi sono riforniti sempre d'aria fresca e gli uccelli possono ossigenarsi efficacemente. I sacchi aerei servono anche ad aiutare l'uccello a librarsi in aria nel volo.

Gli uccelli sono dotati pure d'un sistema circolatorio molto efficiente, con un cuore provvisto di quattro cavità, che assicura una buona circolazione del sangue, molto simile a quella dell'uomo.

La vita degli uccelli

Tutti gli uccelli si riproducono attraverso la deposizione di uova e di solito lo fanno in primavera o all'inizio dell'estate. L'epoca in cui depongono le uova viene chiamata periodo della riproduzione. Gli uccelli incominciano col scegliersi il compagno. I maschi presentano spesso colori vivaci e ricorrono a canti di richiamo che servono sia ad attirare le compagne, sia a spaventare gli altri maschi, per cacciarli dall'area prescelta. Seguono una fase di corteggiamento ed altre manifestazioni prenuziali da parte di uno o di entrambi gli uccelli, che portano infine alla costruzione del nido e all'accoppiamento. I nidi sono per lo più soltanto un posto dove deporre le uova e allevare i piccoli, non abitazioni permanenti.. Alcuni uccelli non sopportano nemmeno di costruirsi un nido e usano in sua vece un incavo del terreno o uno spuntone roccioso.
Alcuni depongono fino a 20 uova, ma d> norma si limitano a una mezza dozzina. MoL ti uccelli rapaci ne depongono solo uno o due.

Una volta deposte, le uova vanno tenute ai caldo o incubate. Gli uccelli vi provvedono accovacciandovisi sopra. Talvolta le uova vengono covate da uno solo dei genitori, talaltra lo fanno entrambi a turno. L'uccello impegnato nella cova viene alimentato dal suo compagno. Di solito le uova si schiudono dopo due o tre settimane; alcune specie di uccelli necessitano però d'un tempo più lungo.

Molti uccelli che nidificano in terra o in acqua sono provvisti di piume già quando escono dall'uovo e possono lasciare subito il nido, pur abbisognando ancora delle cure materne. Così ad esempio le anatre e i pulcini. Gli uccelli che vivono sugli alberi, invece, alla nascita sono generalmente poco sviluppati, completamente nudi e ciechi e quasi incapaci di muoversi. I piccoli sono sempre molto affamati e i loro genitori provvedono a rifocillarli in continuazione. Gli uccelli di nido crescono e si sviluppano molto in fretta, perché sono continuamente nutriti, e quindi dopo poche settimane sono pronti per la prima lezione di volo. La madre incoraggia i piccoli volando poco lontano e chiamandoli. Quando tutta la nidiata ha imparato a volare, la famiglia si disperde, lasciando il nido.

Alcuni uccelli s'uniscono per la vita e ritornano ogni anno allo stesso nido, ma frequentemente se ne costruiscono uno nuovo ogni anno. La durata della vita degli uccelli varia molto da specie a specie. Si ritiene che i corvi vivano fino a 70 anni e i pappagalli più di 60, ma allo stato selvaggio hanno probabilmente una vita più breve.

I rettili

I rettili sono la classe di animali che cora prende lucertole, serpenti, coccodrilli, alligatori e tartarughe. Si svilupparono dagli anfibi circa 250 milioni d'anni fa. Ne differiscono per la pelle squamosa e in quanto i figli alla nascita assomigliano ai genitori.

Dall'epoca della loro apparizione sulla Terra fino a circa 70 milioni d'anni fa i rettili godettero della supremazia sulla terraferma. I dinosauri ebbero grandi dimensioni, i pterosauri potevano perfino volare, ma queste creature s'estinsero rapidamente. Oggi i rettili vivono nell'acqua e sulla terra. Alcuni, come i coccodrilli e i serpenti, possono diventare lunghi fino a 10 m. I più piccoli fra i rettili sono le lucertole, che possono essere lunghe anche solo 5 cm.

I rettili sono animali a sangue freddo. La loro temperatura corporea è la stessa dell'ambiente che li circonda. Per questo mancano nelle regioni polari, dove fa troppo freddo perché possano sopravvivere. Nelle regioni tropicali spesso si vedono mettersi al sole e poi rifugiarsi all'ombra quando fa troppo caldo. Nelle zone fredde d'inverno i rettili cadono in letargo. La maggior parte dei rettili depone le uova, ma alcuni sono vivipari.

Ordini dei rettili

Ci sono quattro grandi gruppi o ordini di rettili viventi: i coccodrilli e alligatori; le tartarughe, testuggini e terrapene;. le lucertole e serpenti; i tuatara.
I coccodrilli e gli alligatori formano l'ordine dei coccodrilli. Esso comprende anche i caimani e i gaviali. Sono tutti grossi animali dal corpo a forma di sigaro e la coda lunga e potente. Hanno le mascelle fornite di file di denti aguzzi. Vivono nelle acque sia dolci che salate delle regioni tropicali di tutto il mondo e si nutrono di animali come pesci, uccelli e piccoli mammiferi.

Le tartarughe, le testuggini e le terrapene costituiscono l'ordine dei testudinati. L'uso di queste denominazioni varia da paese a paese. Alcuni chiamano testuggini o terrapene quelle che altri chiamano tartarughe. Comunque tutte hanno due gusci protettivi, sopra e sotto, fra i quali escono quattro zampe e una testa. Vivono nelle acque dolci e salate e anche sulla terra nelle regioni più calde di tutto il mondo. La maggior parte delle specie terrestri di questi animali mangia solo vegetali, mentre quelle acquatiche sono generalmente carnivore (si cibano di pesci).

Le lucertole e i serpenti formano l'ordine degli squamati. La maggior parte delle lucertole hanno quattro zampe, mentre i serpenti sono apodi. Alcune lucertole sono prive di zampe, ma differiscono dai serpenti in quanto sono dotate di palpebre mobili e orecchie esterne. Infine non possiedono la lingua profondamente biforcuta dei serpenti. Lucertole e serpenti si trovano sia nelle zone calde che in quelle temperate. Le loro dimensioni sono molto varie, possono andare dai 5 cm delle lucertole ai 10 m di certi serpenti.

Il tuatara assomiglia a una lucertola provvista di aculei, però ha la struttura della testa diversa da quella della lucertola. È lungo 60 cm e vive in poche isole al largo della Nuova Zelanda. Fatto rimarchevole, per quanto riguarda il tuatara, è che è l'unico esemplare ancora vivente dell'ordine dei rin-cocefalidi, comparsi sulla terra circa 200 mi-ioni d'anni fa.

Gli anfibi

Gli anfibi sono una classe di animali, che comprende le rane, i rospi, i ramarri e le salamandre. Essi apparvero per la prima volta sulla Terra circa 400 milioni d'anni fa. Derivano dai pesci, che, usciti dall'acqua, svilupparono polmoni per respirare l'aria. Molti anfibi vivono egualmente bene sia sulla terra che nell'acqua dolce, però quasi tutti procreano nell'acqua e, se vivono sulla terra, si tengono solitamente vicini all'acqua.

La maggior parte degli anfibi depongono uova che sono in grado di galleggiare nell'acqua o d'aderire a pietre o piante acquatiche. Il modo in cui le larve (i giovani anfibi) diventano adulti somiglia al processo evolutivo attraverso il quale gli anfibi incominciarono a esistere. Una rana allo stato larvale o girino è provvista di branchie, con le quali trae dall'acqua l'ossigeno per respirare. Nuota usando la coda come i pesci. Ma crescendo perde gradualmente il suo carattere pescifor-me. A poco a poco si sviluppano in esso i polmoni e gli arti, finché un giorno riesce a lasciare l'acqua, arrampicarsi sulla terra e respirare l'aria.
Alcuni anfibi, come i ramarri, passano la maggior parte del tempo nell'acqua. Altri, come le rane e i rospi, stanno bene tanto in acqua che sulla terra e altri ancora, come le salamandre, vivono principalmente sulla terra.

Gli anfibi sono animali a sangue freddo, solitamente di piccole dimensioni, anche se la specie più grande, la salamandra gigante del Giappone, misura 180 cm di lunghezza. Esistono tre specie di anfibi: urodeli, anuri e cecilidi.
Gli anfibi urodeli, cioè provvisti di coda, comprendono i ramarri e le salamandre. I primi vivono per lo più nell'acqua, mentre le seconde si trovano principalmente sulla terra. Hanno la coda lunga e gli arti brevi. Si trovano in tutto il mondo tranne che nelle regioni polari.

Gli anfibi anuri, cioè senza coda, comprendono la rane e i rospi. Sono provvisti di zampe posteriori lunghe e potenti, con le quali si muovono nell'acqua e possono saltare stilla terra. Pure questi si trovano nella maggior parte delle regioni del mondo.

I cecilidi sono anfibi apodi, cioè senza zampe. Vivono nel terreno umido. Alcuni depongono uova, mentre altri partoriscono piccoli vivi. Le cecilie si trovano nelle zone tropicali vicino all'equatore.

Gli animali preistorici

Nessuno può dire quando la vita sia apparsa per la prima volta sulla Terra. Dopo la creazione del mondo e prima che le condizioni diventassero adatte agli esseri viventi devono essere trascorsi molti milioni di anni, ma è impossibile dire esattamente quanti. Nessuno può dire quale sia stato il primo segno di vita. Però gli scienziati ritengono che debba essere stata qualche forma di vita vegetale, perché l'atmosfera terrestre primitiva doveva essere composta principalmente d'anidride carbonica, vapore acqueo e azoto. Essi sono quasi certi che le grandi quantità d'ossigeno libero di cui tutti gli animali abbisognano per vivere si produssero dopo la comparsa delle piante sulla terra, in quanto queste nel loro processo di nutrizione assorbono anidride carbonica, producendo ossigeno. Solo dopo milioni di anni di vita sulla Terra le piante rifornendo in continuazione l'atmosfera d'ossigeno, giunsero a spianare la via per gli animali che respirano questo elemento. Le piante devono essere apparse per prime anche per un'altra ragione. Esse sono il vero fondamento della vita, il solo essere vivente che può produrre il proprio nutrimento da sé, usando l'energia solare.

Gli animali, dovendo trovare il proprio cibo già pronto, si nutrono direttamente di piante o di animali che hanno già trasformato in carne il loro cibo vegetale. Le primissime tracce di vita sulla Terra risalgono a circa 2500 milioni di anni fa. Non erano tanto significative, si trattava di semplici masse di una materia collagena molto simile a quella che. costituisce alcune piante marine tuttora viventi. Da allora e per circa 2000 milioni di anni le impronte occasionali di pesci gelatinosi e di altre creature dal corpo molle o le tracce di piante primitive sono le sole indicazioni delle forme di vita esistenti in quell'epoca. Dopo il periodo Cambriano l'evoluzione dei vari esemplari di piante e animali si fa un po' più chiara. I fossili mostrano come per un lungo periodo tutti gli animali siano stati confinati nel mare. Poi, circa 450 milioni di anni fa, apparvero i primi vertebrati. Erano creature simili a pesci, precorritrici d'un gruppo d'animali destinati a un grande avvenire.

Circa 325 milioni d'anni fa le prime creature simili a pesci s'avventurarono fuori del mare, dando origine agli anfibi. Questi non si staccarono mai completamente dal mare, ma tuttora devono ritornare nell'acqua per deporvi le uova. Però a un certo punto alcuni dei primi anfibi cominciarono a deporre uova col guscio duro e sui loro corpi crebbero grosse squame. Da questi esseri derivarono i rettili, più adatti alla vita sulla terraferma. Poco a poco essi dominarono il mondo. Un gruppo di rettili, i dinosauri, comprende gli animali più grandi mai esistiti. Quando i dinosauri s'estinsero, circa 70 milioni d'anni fa, la loro posizione di supremazia passò rapidamente sotto il controllo d'un gruppo d'animali che già vivevano sulla Terra da un periodo di tempo quasi eguale: i mammiferi. Ma prima che l'uomo prendesse possesso del mondo dovettero passare ancora molti milioni d'anni.
Se tutta la storia della Terra fosse raffigurata sopra un orologio di 24 ore, l'uomo apparirebbe un quarto di minuto prima della mezzanotte. Eppure in questo periodo di tempo, corrispondente a una frazione di minuto della lunga storia della Terra, l'uomo è arrivato a dominare il creato con maggior sicurezza di qualsiasi altro essere vivente prima.

martedì 6 maggio 2008

I ragni

I ragni non sono insetti. Hanno il corpo diviso in due parti anzichè in tre, possiedono quattro paia di zampe invece di tre e mancano delle antenne. Infatti appartengono agli aracnidi, una classe di animali comprendente pure gli scorpioni, gli acari, e i falangi. I ragni, oltre ad avere la struttura corporea simile fra loro, hanno in comune anche un'altra caratteristica: la capacità di secernere dal loro corpo un filo di seta. Però non tutti i ragni tessano le loro ragnatele con la seta e quelli che lo fanno si differenziano dagli altri appunto per questa loro caratteristica. Le ragnatele vengono tessute per lo più con masse di fili grossolani, bluastri e annodati in modo da formare delicati disegni simmetrici.

Tessitura d'una ragnatela


I ragni appartenenti alla famiglia delle argiopidae come i ragni dei giardini, sono perfetti maestri nell'arte di tessere la ragnatela. Le loro ragnatele a ruota di carro, costituite da fili raggiati uniti fra loro da altri fili intrecciati, formano ben noti drappegi negli angoli e sul telaio delle finestre. Quando ha finito di costruire la ragnatela, il ragno si mette a riposare al centro della tela o si nasconde in un canto fra le foglie. Rimane però sempre in contatto con la tela per mezzo d'un filo, in modo da percepire immediatamente le vibrazioni causate da un insetto preso in trappola. Alllora il ragno balza fuori dal suo nascondiglio e avvolge la vittima in un fitto intrigo setoso, inferendole anche uno o due morsi (tutti i ragni possiedono denti avvelenati con cui paralizzano la preda). Se dirante la lotta con la vittima la tela rimane danneggiata, raramente il ragno si prende la briga di ripararla. Di norma se ne costruisce una nuova. Il più comune dei ragni domestici, la tegenaria domestica, tesse le sue ragnatele con una frequenza tale, che infine, avendo esaurito il proprio apparatodi filatura, si vede costretto a invadere la ragnatela di un altro ragno più giovane. Non tutti i ragni tessono ragnatele. Il thomisus o ragno granchio, così chiamato per via delle zampe arcuate, si tiene pronto a mordere un insetto ignaro, posandosi sopra un fiore e cambiando colore per adattarsi all'ambiente. La licosa s'avventa sulla preda con una velocità tremenda. Alcuni ragni sono creature piccolissime e sgambettanti. Quello più conosciuto è probabilmente la tarantola. Nonostante quel che si dice, il morso di questo ragno non è mortale per l'uomo, nei peggiori dei casi può provocare una lieve irritazione. I ragni veramente pericolosi per l'uomo sono quelli della familia dei teridi, come la famosa vedova americana. Il morso di questo ragno non è sempre proprio letale, ma è dolorosissimo.

lunedì 5 maggio 2008

Il mondo degli insetti

Degli insetti fanno parte animali come le farfalle, gli scarabei, i grilli, le libellule e le forbicine. Questi animaletti appartengono tutti alla grande famiglia degli artropodi, che hanno il corpo completamente racchiuso in una guina cornea. Si tratta praticamente di una specie di scheletro estern, abbastanza simile ad un'armatura provvista d'articolazione per consentire i movimenti. Osservando attentamente un insetto si nota che il suo corpo è diviso in tre parti, ha tre paia di zampette articolate e un paio di antenne. Per lo più sono forniti anche di due paia di ali. Molti associano agli insetti pure i ragni, i millepiedi, e altri animaletti striscianti e arrampicatori. Questi animali, pure appartengono agli artropodi, non concordano con la descrizione fatta per gli insetti. Fra l'altro sono provvisti di ali. Quindi vanno considerati insetti soltanto gli artropodi alati. Esistono tuttavia anche insetti privi d'ali, come quelli assai primitivi che vivono sul terreno, di cui fanno parte ad esempio le lepisme e le pulci.

Milioni di specie d'insetti

Nessuno sa esattamente quante specie d'insetti diversi esistono. Già se ne conoscono circa un milione e ogni giorno se ne scoprono di nuove. Vi sono più specie fra gli insetti che fra tutti gli animali messi assieme. Inoltre d'insetti ce n'è è un numero straordinariamente grande. Se si potessero radunare tutti gli insetti del mondo, si scoprirebbe che pesano più di tutti gli animali terrestri messi assieme. Pochissimi sono gli insetti che sono riusciti ad ambientarsi nel mare, ma in compenso sono in grado di vivere quasi ovunque sulla terra e nell'acqua dolce. Costituiscono certamente un gruppo di animali veramente grande. Ma cos'è che li rende tanto numerosi e tanto prosperi? Ovviamente li aiuta molto la loro abilità nel volo, che consente loro di propagarsi rapidamente in ogni luogo, come li aiuta la rapidità con cui si riproducono. Ma la ragione più importante del loro successo sta nelle piccole dimensioni dei loro corpi. L'insetto più grosso pesa appena 115g circa, ma per lo più sono molto più piccoli e alcune specie non si riesce a vederle senza la lente d'ingrandimento. Fra i più grandi ricorderemo gli insetti stecco, il cui corpo può raggiungere una lunghezza di 30 cm, oppure le falene dal corpo slanciato, ma con un'apertura d'ali di 30 cm.

La respirazione degli insetti

I piccoli corpi degli insetti sono condizionati in parte dal loro sistema respiratorio. Noi respiriamo immettendo ossigeno nei polmoni e trasportandolo poi in tutto il corpo col sangue. Gli insetti invece non hanno polmoni e respirano in un altra maniera. Lungo i fiacnhi del corpo dell'insetto si aprono dei piccoli fori chimati pori, facilmente visibili nei grossi bruchi. I pori immettono in minuscoli tubicini chiamati trachee, diffusi per tutto il corpo. Per rifornirsi d'ossigeno l'insetto deve filtrare l'aria attraverso questi tubicini, con un'operazione che risulta piuttosto lenta e sarebbe insufficiente per ossiggenare un animale superiore. Anche negli insetti più grossi si trovano raramente parti più profonde di un centimetro dalla parte esterna.

Alimentazione degli insetti

Le loro piuccole dimensioni rendono gli insetti atti ad abitare luoghi e da utilizzare provviste di cibo che non potrebbero nutrire animali più grandi. Molti inseetti passano la loro vita scavando gallerie tra la faccia superiore e quella inferiore delle foglie e noi ne rileviamo la presenza solo dalla comparsa di macchie scure sulla superficie delle foglie stesse. V'è un gruppo d'insetti, i quali passano la maggior parte della loro vita all'interno delle uova di altri insetti. Esistono ben poche sostanze che non vengono intaccate da questa o da quella specie d'insetti. Legno, sangue, peli, cera, concime e muffe sono alcune delle sostanze insolite di cui gli insetti si cibano insieme ad altri alimenti più comuni come piante e altri animali. La capacità di utilizzare tanti alimenti è un'altra delle ragioni per cui gli insetti appartengono a un gruppo d'animali tanto numeroso. Le loro bacche sono ben adattate alla prensione dei vari cibi. Gli scarabei e i grilli, che mangiano sostanze solide, posseggono mascelle robuste con le quali tagliare e masticare il cibo. Le farfalle e le falene, che succhiano il nettare dai fiori, hanno invece la bocca che si prolunga in una proboscide, atta ad essere insinuata nei fiori. Quando non è in funzione, la proboscide rimane arrotolata sotto la testa. Gli insetti ematofagi, come le pilci e le zanzare, sono provvisti di mascelle a forma di spillo che penetrano nella cute, formando un canaletto attraverso il quale fanno affluire il sangue alla bocca. Sono dotati d'una bocca simile anche gli insetti che suggono la linfa, come la mosca verde. Le mosche domestiche e le lucilie versano sugli alimenti un pò di saliva o altri succhi, per poi assorbirli coi labelli spugnosi.