sabato 7 novembre 2009

La gallina

Il capostipite di tutti i gallinacei domestici è il gallo Bankiva, detto anche
o gallo selvatico di giungla. E' tuttora diffuso con le caratteristiche originarie, in Malesia, in Indocina, in Indonesia e nelle Filippine. I maschi di questa specie hanno un aspetto simile a quello dei galli comuni. Misurano in lunghezza totale 60 centimetri e hanno un piumaggio di grande bellezza. Dimorano di solito sulle alte montagne e non scendono sotto i 1000 metri. Il gallo Bankiva si unisce spesso a quattro o cinque femmine della sua specie e sotto la sua guida il piccolo gruppo erra nelle forre e nei boschetti, intento alla ricerca di nutrimento che, per lo più è costituito di semi di frutti, bacche, insetti e in particolar modo di termiti che si trovano numerose in quelle regioni. Esistono razze particolarmente pregiate per le caratteristiche della loro carne, altre per il gran numero di uova che depongono. Elenchiamo qui di seguito alcune fra le numerose razze oggi esistenti.

Gallina Livornese: Da 180 uova all'anno del peso di 56 grammi ciascuna; la sua carne è però, mediocre. Ha zampe alte, sottili, con tarsi gialli. Il maschio è alto, slanciato, con una cresta voluminosa; la femmina, più piccola, ha una fine crestina ripiegata da un lato.




Gallina Padovana: E' una rzza antichissima, conosciuta già dall'epoca romana. Si riconosce per una caratteristica protuberanza cranica, detta ernia, che racchiude il cervello e per un gran ciuffo di penne del capo. E' una buona produttrice di uova.

I marsupiali

Canguro Gigante: E'il più grosso dei canguri, diffuso soprattutto nelle grandi pianure della Tasmania e dell'Australia. Animale esclusivamente erbivoro, vive normalmente in gruppi di 10-15 animali, capeggiati dal canguro più anziano. Se nessuno lo molesta questo marsupiale non è affatto pericoloso; quando invece è attaccato e non fa in tempo a darsi a una fuga precipitosa (i suoi salti in questo caso raggiungono gli 8-9 metri di altezza) si difende energicamente a morsi, oppure sfrrando poderosi calci con le zampe posteriori, fornite di unghie lunghe e robuste. I piccoli del canguro, che alla nascita sono lunghi poco più di un paio di centimetri, restano nel marsupio per circa sei mesi senza mai scendere a terra. Al settimo mese cominciano a fare i primi passi e solo verso l'anno lasciano del tutto il marsupio.




Talpa marsupiale: E' così chiamata per la sua somiglianza con la comune talpa. Come questa, anche la talpa marsupiale servendosi delle sue robuste unghie scava lunghe gallerie, nelle quali va poi ad abitare. Essa vive nelle zone sabbiose dell'Australia e si nutre soltanto di lombrichi ed insetti.




Diavolo della Tasmania: Questo marsupiale australiano, simile ad un gatto dalla grande testa, è molto feroce. Usa la sua potente dentatura solo per azzannare le prede, di cui riesce a triturare persino le ossa. Ha unghie robuste con le quali si scava la tana.




Koala: Testa grande, muso corto, naso grosso, occhi distanziati, il koala sembra un simpatico orsacchiotto; animale pigro ed indolente, vive a coppie, restando quasi sempre sugli alberi. Il nome koala nella lingua degli indigeni dell'Australia significa (animale che non beve): infatti questo marsupiale non beve acqua e si disseta solo con il succo oleoso contenuto nelle foglie di eucalipto.





Chironetto minimo: Vive nell'America meridionale e in alcune regioni dell'America centrale. Abilissimo nuotatore il chironetto, durante il giorno resta nascosto tra la vegetazione presso tutti i luoghi d'acqua che si trovano nelle foreste; di notte invece va in acqua per catturare insetti acquatici, crostacei, pesciolini, girini ed anfibi adulti. Questo animale riesce a nuotare molto bene perche le dita delle sue zampe posteriori sono unite tra loro da una membrana. Caratteristica è anche la sua lunga coda (che supera la lunghezza dell'intero corpo misurando 50 centimetri) coperta da squame e rivestita da una fitta pelliccia solo alla base.

lunedì 2 novembre 2009

I Rinoceronti

Rinoceronte Nero: Gli esemplari più grandi di questa specie misurano alla spalla un metro e mezzo. Hanno due corni che possono raggiungere rispettivamente la lunghezza di 70 e 50 centimetri; il labbro superiore è provvisto, come in tutte le altre specie (ad eccezione del rinoceronte bianco), di un'appendice digitiforme, simile a una piccola proboscide; con essa l'animale distacca dagli laberi foglie e fronde, di cui si nutre. Il riniceronte nero vive infatti non in zone aperte, ma in boscaglie relativamente fitte. Esso è il rinoceronte più pericoloso; vive nell'Africa, dal Sudan e dall'Etiopia al Ciad e alle regioni meridionali.




Rinoceronte Indiano: Il rinoceronte indiano è provvisto solo di un corno, che può misurare al massimo sessanta centimetri. Il rinoceronte indiano viene chiamato anche rinoceronte corazzato. Questo nome è dovuto alla presenza di profondissime pieghe della pelle, la quale è così divida in piastre che fanno pensare a una vera e propria corazza articolata. La pelle è inoltre, cosparsa di scudetti cornei. Il rinoceronte indiano, un tepo comune in Asia, è ora ridotto a circa 500 individui sparsi nelle riserve del Nepal e dell'Assam.




Rinoceronte di Sumatra: E' il più piccolo rappresentate della famiglia; è comuque di poco più piccolo del rinoceronte sondaico. Esso è munito di due corni il secondo corno nella femmina è appena accennato.




Rinoceronte della Sonda: E' in via di estinzione; cacciato per il suo corno cui i Cinesi attribuivano potere afrodisiaco, è sopravvissuto solo nell'isola di Giava. Qui rimangono una trentina di individui che vivono nella riserva di Uding-Kulon. Eì lungo 3 metri; può arrivare a 1,40 metri di altezza. Ha un solo corno, mancante nelle femmine.




Rinoceronte Bianco: E' il gigante della famiglia. E' alto 2 metri., lungo 5 metri e pesa fino a 400 chilogrammi. Ha due corni e l'anteriore può raggiungere la lunghezza di 1,5 metri. Dopo l'elefante è il più grande mammifero terrestre. Vive in limitate zone dell'Africa: nel sud, tra i fiumi Orange e Zambesi, in alcune zone comprese fra il Nilo Bianco e la Repubblica Centraafricana, nelle savane a sud dell'Ubanghi. E' in via di estinzione. Il rinoceronte bianco a pelle liscia e scura. Probabilmente il suo nome deriva dalla tinta chiarissima del fango disseccato che rimane sulla pelle dopo che l'animale si è sdraiato e rigirato nella melma di qualche stagno. Il rinoceronte bianco, in confronto alle altre specie, ha un'indole meno cattiva. Esso è il solo che vive nelle zone aperte e pianeggianti, ricche di erbe, che percorre col lungo muso abbassato, intento a brucare l'erba.

sabato 24 ottobre 2009

Gli uccelli che non volano

In Sud America, in Australia, e in alcune isole degli Oceani Pacifico, Atlantico e Indiano, vivevano o vivono particolari uccelli che non volano, con sterno acarenato e con ali ridotte o mancanti. Gli animali che hanno queste caratteristiche non devono essere considerati come forme primitive e quindi come antenati degli altri uccelli, ma come nuove specie, originatesi più tardi, che ha causa di mutazioni (cioè cambiamenti di caratteri ereditari) hanno perso le ali o le posseggono in maniera ridotta.Si sono così istinti numerosi gruiformi, anatre giganti, grossi piccioni, e un eccello veramente sbalorditivo: il moa. Oltre al Moa ricordiamo altri uccelli delle isole Mascarene (il dronte della Reunion o Raphus solitarius, il dodo di Maurizio o Raphus cucullatus e il solitario di Rodriguez o Pezophaps solitaria) paragonabili a grossi piccioni che pesavano 20 chilogrammi, avevano un becco enorme ed uncinato, una coda rudimentale e ali ridotte a monconi. Vediamo adesso alcune speci di uccelli senza ali:


Struzzo: E' il gigante degli uccelli dell'epoca attuale: può raggiungere l'altezza di 2 metri e sessanta centimetri (le gambe e il collo sono lunghi un metro) e il peso è di 100 chili. Le sue ali sono grandi e forti ù, m, poichè, sono ricoperte da penne flosce e rade, sono assolutamente inadatte al volo; lo struzzo però è un formidabile corridore e, compiendo passi lunghi quattro - cinque metri l'uno, può filare a 80 metri l'ora. Una caratteristica unica dello struzzo, che lo distingue da tutti gli altri uccelli, è la zampa composta da due sole dita. Lo struzzo vive nel Continente Africano nella penisola Araba e nella Siria. Si è diffuso dall'emisfero meridionale a quello settentrionale.




Casuario Comune: Ed ecco un uccello tipo lo struzzo. Il casuario ha un apsetto che ricorda tipo l'emu, ma più tozzo e massiccio. Il suo tronco è coperto dipiume molli, cascanti, tanto che le ali, ridottissime, praticamente non sono visibili. La sua caratteristica più appariscente è un grosso rilievo, una specie di placca ossea che porta al capo. Vive nell'Australia di Nord-Est, in Parte della Nuova Guinea, nell'isola di Seram e nelle Aru. E' un buon corridore.




Emu: Come il nanduè lo struzzo americano, così lo emu è lo struzzo australiano (si noti l'affinità tra i tre animali che vivono in tre diversi continenti). Nello struttura lo emu è simile allo struzzo ma le sue penne sono lunghe e strette, ancora più molli e cascantidi quelle del nandu. Ha le ali ridotte a pochi centimetri ed è come, lo struzzo, un formidale corridore. Vive nelle zone pianeggianti del Continente Australiano.




Kivi: Questo è autentico fenomeno vivente, il più strano degli ueccelli. Il kivi è grsso come un pollo, ha un tronco rotondeggiante con le ali ridotte a piccolissimi moncherini e niente coda; il suo becco è lunghissimo, sottile, e caso raro negli uccelli, le narici siaprono alla sua etremità anzichè alla base. Le sue zampe sono brevi, massicce, e terminano con quattro dita unghiate. Questo stranissimo uccello durante il giorno se ne sta nascosto fra la vegetazione, immerso in una specie di torpore; quando vive la sera si sveglia e camminando con passi furtivi si avvia in cerca di nutrimento. Quando è spaventato fugge a velocità incredibile. Tutte le specie di kivi vivono nella Nuova Zelanda; sono animali orami rarissimi e sono destinati a scomparire.




Kagu: E' un gruiforme, che vive nella Nuova Caledonia, una grossa isola compresa tra la Nuova Guinea e la Nuova Zelanda. Questo animale è l'unico rappresentante del sottordine dei Rinocherti. Le sue ali sono abbastanza grandi, ma debolissime e non gli permettono di volare. Il kagu è notturno: nidifica nel terreno e depone un solo uovo.




Kakapo: Questo è un papagallo, che vive nella Nuova Zelanda settentrionale . E' chiamato anche papagallo gufo o pappagallo notturno per la sua rassomiglianza con i rapaci notturni. Durante il giorno se ne sta rintanato e quando scende la sera, si arrampica fin su la cime degli alberi per cercare cibo. Le sue ali brevi e la muscolatura toracica debole non gli permettono di volare, ma solo di lanciarsi da un ramo all'altro.





Nandu: E' un lontano parente dello struzzo e vive nelle pampas argentine, nelle savane del basso Brasile e della l'Uruguay. Esso è il più grande uccello che vive in America, perchè raggiunge un'altezza di quasi un metro e mezzo. Le sue ali, come quelle dello struzzo, sono ben sviluppate, ma il solito piumaggio debole le rende incapaci di sostenere l'uccello in volo. Le zampe terminano con tre dita rivolte in avanti e munite di unghie. Si ciba di sostanze vegetali.

venerdì 16 ottobre 2009

Gli uccelli del Bosco

Il bosco è il luogo naturale dove in buona parte vivono gli uccelli di piccola mole. Soprattutto nella bella stagione il bosco è solitamente animato dalla continua attività dei suoi meravigliosi abitatori dai piumaggi varipinti e dal canto vario ed armonioso. Nessun animale svolge attività paragonabile a quella degli uccelli. Prima ancora che il cielo si schiarisca per l'imminente albeggiare, già gli aggiliti pennuti riempono il bosco dei loro garrulli gorgheggi, volando fra le fronde degli alberi. Di prima mattina vanno in cerca di cibo, e poi provvedono alla loro pulizia: si ripuliscono, si lisciano con cura, si liberano dai piccoli parassiti. A metà giornata si riposano un pò e poi via ancora in volo, a cercare nuovamente cibo; verso sera, gli individui della stessa specie si riuniscono numerosi per finire la giornata in continui cicalecci; finalmente l'avanzare della notte zittisce la maggior parte dei cantatori; ultimo a morire il canto melodicodell'usignolo che lascia il posto ai gridi striduli dei predatori notturni. Vediamone alcune specie:


Sparviere: Lunghezza dalla punta del becco alla punta della coda: 30 37 centimetri. Ha ali corte, arrotondate, e coda invece molto lunga e quadrata. Lo sparviere è un rapace diurno che caccia le prede inseguendole in zone aperte, oppure le assale all'agguato stando immobile sui rami degli alberi. E' un ottimo volatore e abilissimo planatore.




Astore: Lunghezza 50 - 65 centimetri. Questo grande e robustissimo predone dell'aria assale agilissimo le prede (colombi, anatre, pernici, lepre e pollame), che scorge da notevoli altezze.




Gheppio: Lunghezza 35 o 37 centimetri. Ha ali lunghissime e appuntite, e la coda slanciata. Il gheppio vola con rapide battute d'ala e descrive nel cielo ampi cerchi lanciando un grido acuto. Fra le sue prede ricordiamo i topi, i pipistrelli, le rane, ecc.




Francolino di Monte: Lunghezza 35 centimetri. I francolini di monte amano raccogliersi in gruppi e spostarsi frequentemente nel bosco, da una zona all'altra in cerca di olio.




Beccaccia: Lunghezza 34 - 42 centimetri. La beccaccia che è ricercatissima dai cacciatori per la bontà della sua carne, è un uccello solitario che solamente verso il crepuscolo lascia il suo nido per volare rapido verso le radure o i campi; qui esso fruga col lungo becco nel terreno molle in cerca di insetti, vermi, molluschi.




Cuculo: Lunghezza 32- 37 centimetri. Ha tronco slanciato e agile con ali lunghe e appuntite. Il cuculo è un uccello tipico e solitari; la femmina però immancabilmente depone le singole uova in nidi di altri uccelli i quali nutrono, a danno dei propri piccoli, l'intruso che nasce.




Civetta Nana: Lunghezza 16 centimtri. E' il più piccolo rapace notturno europeo. Essa nidifica nelle cavità degli alberi.

Il gabbiano

I gabbiani veri e propri appartengono alla famiglia dei Laridi. Sono circa una cinquantina di specie e di esse una dozzina si trova sui nostri mari e anche sulle acqua interne (soprattutto sui grandi laghi dell'Italia settentrionale e sul Po). La specie tipica quella che riassume un pò i aratteridi tutti i gabbiani è quella del gabbiano comune, che vive sulle coste dell'Europa centro - settentrionale, dalla Scandinavia al Mediterraneo, oltre che sulle coste settentrionali e orientali dell'Asia. E' un volatore potentissimo, anche se non molto veloce. Sulle rive dei laghi sui fiumi si vedono si vedono i gabbiani sempre riunitiin gruppi volare battendo lentamente le ali e per poi planare con le ali immobili, aperte.

Il corpo: E' piuttosto grosso e robusto, e misura da 37 a 42 centimetri. Il collo non è molto lungo, la testa è grossa.

Il piumaggio: E' fittissimo e la colorazione varia secondo le stagioni. In primavera, il capo e parte della gola sono color bruno - caffè cupo, tutto il resto del piumaggio è bianco con sfumature di grigio. In autunno - inverno, la testa diviene bianca con qualche macchia grigia.


Il becco: E' lungo, schiacciato, con i margini taglientissimi, con la parte superiore più lunga di quella inferiore e la punta leggermente ricurva. E' di color rosso.

Le zampe: Sono abbatsnaza lunghe, di color rosso, e i piedi hanno quattro dita: tra anteriori unite per tutta la loro lunghezza da un'ampia membrana, e uno posteriore, libero, corto.





Le ali: Sono lunghissime (61 centimetri circa) appuntite e hanno il margine anteriore bianchissimo.



GABBIANO REALE


E' uno fra i gabbiani più grossi, perchè misura anche più di 60 centimetri di lunghezza. I gabbiani reali vivono su tutte le coste di tutto il Mediterraneo, sul Mar Nero, il Caspio, il Golfo Persico, il Mar Rosso, e sulle coste dell'Africa. In Italia sono molto comuni.




GABBIANO MUGNAIACCIO


E' forse il più grsso fra i gabbiani, perchè in lunghezza può superare i 70 centimetri. E' massiccio, fortissimo, con un poderoso becco da predone. I mugnaiacci sono diffusi lungo le coste dell'Europa settentrionale, e dell'Asia occidentale, nell'Islanda e sulle sulle coste atlantiche americane. In Italia sono rarissimi.





GABBIANO CORALLINO

Il suo nome dal latino significa "con la testa nera" e infatti questo gabbiano in primavera ha un cappuccio nerissimo. I gabbiani corallini durante la buona stagione sono diffusi in tutto il Mediterraneo etalvolta anche sui laghi lombardi, nell'inverno si spostano fino al Mar Rosso.





GABBIANO GABBIANELLO

E' il più piccolo fra i gabbiani nostrani: in lunghezza totale misura fino a 29 centimetri. In primavera ha il cappuccio nero. Durante la buona stagione, i gabbianelli vivono sulle coste settentrionali europee e asiatiche; al sopraggiungere dell'inverno scendono verso il Mediterraneo.



GABBIANO TRIDATTILO

Il nome di questo gabbiano deriva dal fatto che abbia solo tre dita, poichè il quarto quello posteriore, è molto piccolo e sprovvisto di unghia. Il gabbiano tridattilo vive all'estremo Nord dell'Europa dell'Asia e dell'America; in inverno migra verso il sud.


giovedì 15 ottobre 2009

Argo

Argo: Uccello appartenente all'ordine dei Gallinacei, sottofamiglia dei Fagiani (Argus giganteus), proprio della Malesia, del Borneo e di Sumatra. Raro e non addomesticabile. E' anche il nome di una farfalla dalle ali turchine (Lycena argus), di un serpente dalla testa nera (Morella argus) e di alcuni ragni, pesci e lucertole.

Arapaima

Arapaima: Pesce osseo della famiglia dei Ciprinidi (arapaima gigas), di forme tozze e di taglia gigantesca (può raggiungere anche cinque metri di lunghezza e 200 kg. di peso). Si trova nelle acque dolci dell'America merididionale. Gli indiani del Brasile lo pescano per la sua pregiata carne, arpionandolo con una freccia legata ad una corda
lanciata con l'arco.

Ape

Ape: Insetto imenottero della famiglia delle Apidae (Apis mellifica) che comprende numerose varietà: l'Ape tedesca, con addome completamente nero, l'ape ligustica, con addome rossiccio, l'ape africana e l'ape unicolor nera. L'ape vive in colonie organizzate, dette sciami, con una sola regina o madre, alcune centinaia di maschi (fuchi o pecchioniye molte migliaia di operaie o pecchie, infeconde. Le operaie hanno la funzione di preparare l'alveare. Con la cera che secernono dai segmenti addominali, costruiscono i favi e vi depongono del miele per le larve che usciranno dalle migliaia di uova che la regina vi deporrà. Dalle uovadeposte nelle cellule rea- li escono nuove regine, ognuna delle quali, quando è adulta, compie il volo nuziale, seguita da uno sciame di operaie e dai fuchi, che dopo l'atto fecondativo, vengono uccisi dagli aculei veleniferi delle pecchie. Non potendo, in un alveare, vivere più di una regina, ognuna di esse, se non viene uccisa dalle rivali, crea una nuova coloniailmAllo stato libero, gli alveari vengono costruiti sugli alberi; vi sono però arnie artificiali, alcune delle quali, molto moderne e razionali, permettono di fare la raccolta della cera e del miele (2 volte l'anno) senza, per questo, dover distruggere tutto lo sciame. La puntura d'ape, molto dolorosa, si cura con soluzioni di acqua e ammoniaca, o con aceto, e con acqua fredda salata, dopo di avere estratto il pungiglione inoculato, o con appositi preparati farmaceutici.

Anuri

Anuri: Ordine di Anfibi, dal corpo tozzo, capo indistinto dal tronco, arti posteriori molto sviluppati ed atti al salto ed al nuoto. Sono privi di branchie. La lingua di solito è protrattile. Anuri notissimi sono la rana e il rospo. Le larve sono dette girini e differiscono notevolmente dagli adulti.

Arginnide

Arginnide: Genere di Farfalle diurne appartenenti alla famigliA Ninfalidi, con ali denticolate, di colore giallo-verde bruno nella parte superiore e inferiormente con macchie tonde, argentate con iridescenze madreperlacee. Comprende alcune specie comuni in Italia.

Anofole

Anofole: Genere di insetti Ditteri Nematoceri della famiglia Culicidi; zanzara che a ragione gli antichi definirono dannosa, apportatrice di male. Alcune specie, infatti, con le loro punture trasmettono all'uomo la febbre malarica. Solo le femmine succhiano sangue che e loro indispensabile per la maturazione delle uova. Le larve crescono nell'acqua stagnante o nel fango umido delle paludi. Gli Anofoli preferiscono le regioni a clima temperato e caldo. In Italia la malaria, trasmessa da tre specie di anofoli (Anofoli labranchiae, Anofoli elutus e Anofoli superpictus), è stata quasi del tutto estirpata sia con la bonifica dei terreni sia con la continua disinfezione delle pozze e degli stagni, sulla cui superficie si sparge un velo di petrolio che distrugge le larve.

Animali

Gli organismi viventi che costituiscono uno dei tre grandi regni in cui viene divisa la natura (regno animale, vegetale e minerale). La classificazione presenta delle difficoltà, quando si tratta di differenziare le forme inferiori del regno animale da alcune forme vegetali. Infatti uno dei caratteri, che differenzia gli animali dai vegetali, è il movimento. Ma esistono vegetali capaci di spostarsi ed animali fissi. Il metabolismo è un'altra caratteristica degli animali, che si nutrono anche di sostanze organiche, mentre le piante assimilano solo sostanze inorganiche trasformandole in organiche mediante la fotosintesi clorofilliana. Ma abbiamo piante che mancano di clorofilla ed animali che ne sono dotati. Lo stesso si può dire del rivestimento di cellulosa, tipico delle cellule vegetali, che invece appare anche in alcune cellule animali. La classificazione tentata fin ai tempi di Platone e di Aristotele, fu ripresa con fervore nel Rinascimento (Gemer, Aldovrandi, ecc.). La zoologia sistematica o tassonomia contemporanea, fondata sostanzialmente sulle teorie e sulle scoperte di Linneo, di Cuvier e di Lamarck, anche se con ulteriori revisioni e correzioni, divide tutti gli animali in Protozoi (unicellulari) e Metazoi (pluricellulari), con la successiva divisione dei Metazoi vertebrati e invertebrati, in 10 tipi, Poriferi, Celente-rati, Chenofori, Platelminti, Anellidi, Nematelminti, Artropodi, Echinodermi, Molluschi, Cordati, ognuno diviso in sottotipi, poi in ordini, ogni ordine in famiglie, ogni famiglia in genere, ogni genere in specie. Il sottoregno dei Protozoi comprende solo il tipo omonimo. Alcuni animali non compresi né nei Metazoi né nei Protozoi vengono raggruppati nel sottoregno dei Mesozoi. Vi sono inoltre delle classificazioni meno rigorose, basate sulle funzioni, sui rapporti con l'uomo, ecc. per cui si hanno animali da cortile, animali da macello, animali da lavoro, animali domestici, animali selvaggi, ecc.


Anastoma

ANASTOMA - Genere di cicogne dell'Africa e dell'India. La specie più nota è l'anostoma lamelligero (Anastomus lamelligerus) che vive nelle regioni equatoriali e tropicali dell'Africa. Nidifica in giugno e in luglio e costruisce i nidi in società con altre cicogne e con uccelli di specie diversa, come l'Airone cenerino e l'Ibis nero. Caratteristico il becco lungo circa 20 cm, di color giallonero, schiacciato dalle parti laterali, curvo, e conformato in modo che le due parti, la superiore e la inferiore, si toccano all'apice e alla loro base, e presentano, nelle due sezioni mediane, che restano scostate, appendici cornee.

Allodola

ALLODOLA: Genere di passeracei conirostri della famiglia Alaudidae, detto anche lodolai Le allodole vivono sul terreno, dove cor rovo velocemente, hanno becco appuntito, con le narici alla base, pollice con una unghia lunghissima che serve da sperone, delle penne del color della terra: una specie, l'allodola canterina o maggiore (Alauda arvensis), di piccole dimensioni, dalla coda più lunga, stazionaria in Italia, si leva in volo a grande altezza e poi chiude le ali e si lascia cadere fin presso il suolo, poi risorge e ricomincia. Specie affini sono l'allodola panterana (Alauda vulgaris); l'allodola dei prati o Tottavilla (Alauda arborea); l'allodola crestata; l'allodola Cappellaccia, o Lodola cappelluta; la allodola gialla, propria delle Alpi e quindi detta anche alpestre o Alpina.


ANTOZOI o corallari

ANTOZOI o corallari : Animali marini della classe dei Celenterati. Il nome significa animale-fiore o piante-animali. Possono vivere in colonie, come il corallo, o isolati, come le attinie. Quasi tutti hanno scheletro calcareo o di natura cornea.


martedì 13 ottobre 2009

Il maiale

La vita del maiale è breve, ma pochi animali possono dire di ingozzarsi tanto in così poco tempo. Il maiale nasce di solito in luglio o in dicembre; la scrofa, ossia la femmina del maiale, partorisce da tre fino a venti piccoli. Alla nascita è magro e pesa circa un chilo e mezzo. Fino a un mese di vita viene allattato dalla madre, poi comincia a nutrirsi di pappe di latticcello e farina d'orzo. A due mesi, il maialino è svezzato e può cominciare a mangiare latte magro, beveroni, vegetali ecc. A otto mesi, il maiale è adulto. Si può cominciare allora l'ingrassamento vero e proprio, che ha durata diversa secondo le razze. Il maiale riesce ad aumentare anche di oltre sei etti al giorno. A un anno, in genere, può essere ucciso. Il maiale può essere paragonato a una macchina per trasformare il cibo in carne e in grasso: esso è onnivoro, e utilizza, attraverso il suo corpo, numerosissimi prodotti che altrimenti andrebbero perduti. Infatti è dotato della facoltà di digerire anche i cibi più grossolani. Il maialr mangia, insetti, radici, tuberi, ghiande, foglia, erba, fieno, fusti di patata, banano, di fico d'India, canna da zucchero, bacche di lentisco, drupe di olivastro. Nei campi si rende utilissimo distruggendo topi, chicciole, lombrichi, cavallette, crisalidi, ogni sorta di piante infestanti, e rivortando il terreno col grugno.


LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL MAIALE

Il naso: E' un cernice, cioè una specie di anello muscolare, irrobustito da cartilagini: serve moltissimo al maiale per grufolare, cioè per frugare e rivoltare il terreno in cerca di cibo. Nel grifo spesso si aprono due narici

I denti: Sono 44 di cui: 12 incisivi, 4 canini (detti zanne) 16 premolari, 12 molari. Possiamo quindi notare che è la classica dentatura comune a tutti gli animali onnivori. Le zanne dopo i tre anni di età raggiungono la lunghezza di 4 centimetri.

Zampe: Ogni zampa termina con 4 dita complete. Due di esse toccano il suolo con i loro zoccoli, e due sono meno sviluppate.

La pelle: E' robusta, infiltrata di grasso. Sotto di essa vi è un ricco strato di grasso (pannicolo adiposo).

I peli: Che vengono chiamati setole, sono quasi rigidi e spesso, si rizzano quando il maiale viene disturbato.

La coda: La coda è sottile e termina con un fiocchetto di setole: spesso è anche arricciolata.

Il mantello: Il colore del mantello varia con le differenti razze: può essere grigio, nero schietto, bianco, roseo, pezzato, rossastro. Vi sono anche mantelli chiarissimi e picchiettati.


La mucca e le sue specia

Gli studiosi della vita degli animali ci dicono che il primo bovino apparso sulla terra fu l'uro. Di questo animale furono stati ritrovati numerosissimi resti fossili in varie regioni di Europa; abbiamo in questo modo scoperto che l'uro mangiava le erbe delle nostre campagne già qualche milione di anni fa.

La mucca Valdostna: Vive nella Val d'Aosta; produce in media 10 litri di latte al giorno.




La mucca Bruna Alpina: Si alleva in quasi tutte le regioni d'Italia. E' molto redditizia: produce fino a 20 litri di latte.




Mucca pezzata nera olandese: E' allevata soprattutto nell'Olanda settentrionale; può dare fino a 30 litri di latte al giorno.





Mucca chianina:E' allevata soprattutto in Val di Chiana, ma la si trova anche nel resto della Toscana e nell'Umbria; può raggiungere fino all'altezza di 1,70.



Mucca maremmana: Si trova nelle meremme della Toscana e di Roma; ha la testa piuttosto piccola con lunghissime corna; può raggiungere il notevole peso di 700 chili.

domenica 11 ottobre 2009

Il leone

Si usa chiamare il leone re della foresta ma esso vive solo occasionalmente nella foresta. Non si trovano leoni ne nel deserto ne nelle foreste a fitta vegetazione. Il leon vive nella boscaglia e nella savana, il mare di erbe giallastre su cui si elevano qua e la gruppi di alberi. Li per il suo colore nocciola - giallastro, gli è molto facile confondersi con le erbe e i cespugli e diviene praticamente invisibile.A questo bisogna aggiungere che il leone è un animale abitudinario e cambia la zona di residenza solo se vi è costretto dalla mancanza di preda.
Durante il periodo i leoni riuniti in branchi di pochissimi individui (mai più di quattro o cinque), se ne stanno a riposare fra le erbe o all'ombra di qualche albero: sonnecchiando, sbadigliando rumorosamente, si stirano, si guardano in giro con indolenza. I piccoli intanto giocherellano con un sasso, un ramoscello, mordicchiano la coda del genitore che lascia fare bonariamente. Ma quando comincia a calare la notte questo quadro pacifico cambia e comincia la lotta crudele per la vita. Mentre il cielo si arrossa al tramonto, il leone diventa irriquieto: si rizza in piedi, annusa l'aria col muso sollevato, emette rauchi ruggiti. E' giunta l'ora in cui gli erbivori escono dal folto per rcarsi al pascolo o all'abbeverata: è giunta l'ora della caccia. Il leone comincia ad errare, in silenzio assoluto, fra le erbe e i cespugli, al limite tra la boscaglia e la foresta, lungo le rive dei pozzi d'acqua o delle pozze. Si colloca in modo che il vento spiri dalle possibili prede verso di lui, affinchè non porti il suo odore al naso sensibilissimo degli erbivori; e si pone in agguato. E' sempre più propenso a stare in agguato che a rincorrere la preda. Il leone caccia di preferenza tutti gli erbivori di metà taglia: antilopi, gazzelle, gnu, cudù, okapie, zebre; attacca meno volentieri le giraffe, le quali sono più veloci di lui nella corsa e sferano tremendi calci, e i bufali che si difendono con la loro forza poderosa e con le corna. Quando, a causa della siccità, gli erbivori abbandono l'abituale territorio di caccia del leone, esso si avvicina ai villaggi e attacca gli animali domestici rinchiusi nei recinti. Nei confronti dell'uomo il leone non è pericoloso e non lo aggredisce quasi mai, a meno che non sia inferoscito e molto affamato. E' capitato a viaggiatori africani che si erano accampati nella savana, di vedere alcuni di questi bestioni passeggiare per il campo in ispezione. Non molestati, una volta appagata la loro enorme curiosità, se ne andavano.


domenica 4 ottobre 2009

Gli Elefanti Africani e gli Elefanti Asiatici

Gli elefanti sono gli unici animali dell'ordine dei Proboscidati (animali cioè muniti di proboscide). Essi vengono detti anche pachidermi (dal greco "pachys" cioè grasso e "derma" cioè pelle), insieme all'ippopotamo e ai suini per la loro pelle molto dura. Gli elefanti fanno parte del gruppo degli Ungulati, perchè come nel cavallo, le falangi delle dita sono rivestite da zoccoli. L'ordine dei Proboscidati comprende una sola famiglia gli Elefantiti con due soli generi: l'elefante africano e l'elefante asiatico. Ecco le differenze fra le due specie.

Questo è l'elefante Asiatico:



Questo è l'Elefante Africano:




La mole del corpo è molto superiore nell'Elefante Africano;
Le orecchie molto più grandi nell'Elefante Africano;
Piede: Nell'Elefante Africano si notano 4 o 5 zoccoli nella zampa anteriore e 3 zoccoli in quella posteriore, mentre nell'Elefante Asiatco ve ne sono 5 o 4 zoccoli.


E' la proboscide uno degli elementi più strani e meravigliosi del mondo animale. Essa è formata dal naso e dal labbro superiore che si sono allungati e trasformati in un organo sensibile a forma di tromba. Si pensi che ben quaranta mila muscoli formano questo organo che perciò è flessibilissimoe potentissimo. Con la proboscide l'elefante può cogliere una foglia di un ramo e portare un tronco d'albero. Con essa, l'elefante tocca, odora, porta alla bocca il cibo, aspira l'acqua (7 o 8 litri alla volta) che poi si getta in bocca o sul corpo. La proboscide dell'Elefante Africano alle sue estremità è munita di due appendici che l'animale usa come una mobilissima pinza; quella dell'Elefante Asiatico invece ha una sola appendice.

La dentatura dell'elefante è costituita soltanto da incisivi e molari. In compenso sono denti enormi. Gli incisivi superiori detti zanne, sporgono dalla bocca ai lati della proboscide e raggiungono notevoli dimensioni specialmente nei maschi; in media sono lunghi poco più di un metro. Le zanne sono un'arma di difesa e di offesa; l'elefante le adopera anche per scavare radici dal terreno. I molari sono quattro in tutto; ognuno di essi è largo ben 40 centimetri, è costituito da tante lamine di avorio che sono disposte verticalemente e saldate l'una all'altra mediante cemento.